Caduti Prima Guerra Mondiale. Il Ricordo Seconda Parte

Giulio Morresi,

aspirante ufficiale, bersagliere

Caduto il 17 agosto 1917 sull‘Hermada, sul Carso

 

Il Ricordo. Seconda Parte

Di Massimo Coltrinari

 

Second aparte dell’Album delle Condiglianze espresse alla famiglia da tutta Osimo per la morte di Giulio Morresi. Oltre ai commilitoni, sono riportare le epsressioni di cordoglio di varie istituzioni Osimane di inizio novencento, come la Società Chi FaFa. Son riportati, a pag. 11 dell’album, due telegrammi: uno degli ufficiali della 7a Compagnia, la compagnia ove prestava servizio Morresi,  ed uno di un conoscente di famiglia.

 

Caserta 7 settembre 1917

Profondamente colpiti fieri d’essergli stati compagni dividiamo loro immenso dolore

Ufficiali 7a Compagnia

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Falconara 2 – 9 – 1917

Addoloratissimi triste notizia … sincere condoglianze

 

Riportata una lettera dal parlamento Italiano, evidentemente un amico di famiglia, l’on. Ediardo Soderini.

Camera dei Deputati

5 settembre 1917

 

Gentilissima Signora

So quale conforto fosse per Lei il figlio così gloriosamente perito, e so pure quante giuste speranze le avesse fatto concepire. Comprendo dunque tutta la vivezza del di Lei dolore e  mi vi assoicio di cuore, dispiaciuto solo che non vi siano parole atte a lenire tanta pena. Faccio voti perchè i figli, che se rimangono, possano darle conforto e fare rivivere in loro le belle qualità del Caro Estinto. E lo spirito di questo veglierà certo in quanti amò e ripeterà loro rassegnazione e pace.

Gradisca i migliori omaggi e e mi creda

Suo devotissimo

Edoardo  Soderini

 

Seguono due lettere di insegnanti che hanno avuto pochi anni prima se non pochi mesi prima Giulio Morresi come studente, o studenti della Madre di Morrsi, che era insegnante:

 

Liceo Ginnasio di Osimo

Osimo 3 settembre 1917

Egregio Signor  Morresi

Anche il suo Giulio, come altri e non pochi del nostro Istituto, ha dato il suo sangue per la causa nazionale. Pochi altri giovani ho conosciuto così tenaci del proprio dovere, così devoti alla famiglia e alla patria per la quale nessun sacrificio gli sarebbe parso troppo grave. Con le mie condoglianze le mando anche quelle dei miei colleghi e degli alunni, e mi sento di non averlo fatto prima di ora perchè la triste notizia mi è giunta un pò tardi.

Con ogni osservanza

Il Preside. Alessandro Ippoliti

 

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Fano 2 settembre 1917

Cara maestra

Leggo nel Giornale d’Italia la inaspettata, triste, inesorabile notizia. Anche a nome di Vittoria e di Celestino, faccio a voi, alla vostra figliuola, a tutti, le più sincere e profonde condoglianze, tante più sincere e profonde e, quanto più ammiro la bontà d’animo, e la tenacia di volere del vostro povero figliolo. Delle sue bontà d’animo fa testimonianza l’affetto grande di cui tutti, compagni di scuola e professori, lo circondavano: dalla sua tenacia di volere è prova tutta la sua breve esistenza, non esclusa la sua fine, che però chiamarsi anch’essa un atto di volontà: Egli ebbe una fede, e a questa s’immolò; e ne risente rispettabili presso tutta la sua memoria. Non vi dico fatevi coraggio, perchè questa esortazione potrebbe essere una brutta ironia. La vita, purtoppo, è un dramma lacrimoso. Felici noi quando potremo dire d’esser ginti all’ultimi atto. A Voi e a Checchino. stringo affettuosamente la mano.

Vostro devotissimo Cesare Romiti

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Gentilissima Signora,

Osimo 30 agosto 1917

tentare dirle parole di conforto nell’ora più tragica della sua vita, sarebbe opera vana o inutile; permetta quindi che Le dica solo che mi associo con tutto l’animo al suo dolore. E col dolore c’è tanto rimpianto per quella balda giovinezza così forte nella sua ferrea volontà eppure a un tempo così delicato e mite nella Sua bontà: loro hanno perduto un figlio ottimo, la Patria uno che sin. della prima età le si era dedicato e la società un giovane tanto volenteroso, tanto buono. Che cosa dire di fronte a questa perdita? Sia così buona da partecipare le mie condoglianze a Suo marito, ai Suoi figli e mi creda con tanti rispetti e con tanto dolore.

Suo Manlio Pinori

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Regio Vice Ispettorato Scolastico                        

 Osimo 31 agosto 1917

 

Gent.ima Signora,

Ho appreso la notizia. – Esprimo sentite profonde condoglianze a Lei, alla famiglia. – Caduto da Eroe per il santo ideale che infiammava l‘anima sua, affretta la redenzione della Patria, onorando di sua gloria la famiglia, che lo piange, la cittadinanza che lo ammira.

  1. Torresi

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Pennabilli 3 settembre 1917

Caro Signor Morresi,

apprendo in questo momento la dolorosissima notizia. Piango con lei, con l’ottima Sua consorte e con l’intera famiglia il giovane buono e bravo, il cui animo onesto vibrava die gentili affetti per ogni cosa nobile e grande. Mentre mando alla sua cara memoria un commosso e reverente saluto, faccio voti che i suoi genitori e fratelli sappiano trovare nel ricordo delle sue virtù e nella nobiltà del suo sacrificio il necessario conforto.

Le stringo affettuosamente la mano.

Gustavo Belloni

 

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La lettera che segue è di una Società attiva in Osimo agli inizi del Novecento, a cui Francesco Morresi era iscritto. Il presidente scrive questa lettera:

Osimo 30 agosto 17

Societa Chi Fà – Fà

Egregio Consocio,

la funesta notizia della dolorosa e inaspettata scomparsa del suo ben amato e ottimo figlio Giulio è stata accolta con grande rammarico dalla scrivente Commissione e dai Soci tutti di questo circolo Chi – Fà – Fà. Egli ha volentieri immolatio sull’altare sacro della Patria la sua giovane e preziosa esistenza passando alla gloriosa e nobile schieradi quelli che diedero la vita per una causa nobilissima onorando sè stessi; la patra è il luogo che l’ha visti nascere ed educare. Ciò valga a lenire in qualche modo il dolore suo e della famiglia. A Lei, alla sua signora, al figliuolo Carlo e figliuole la Commissione manda le più vive condoglianze e l’augurio insieme di giorni migliori. Con ossequio.

La Commissione

Seguono lettere di Istituto ed Enti e colleghi che vogliono manifestare il proprio cordoglio. Il Patronato Scolastico di Osimo, comunica alla Signora Morresi che i colleghi a gara si sono offerti per sostituirla nelle sue incombenze di insegnante, come segno di stima e di riguardo. Così si esprime:

 

Patronato Scolastico Osimo                                                                             

Osimo 4 settembre. 1917

 

Pregiatissima Signora Morresi,

Nessuna parola, nessuna formalità, nessun atto consuetudinario può lenire certi dolori. Se pur tuttavia un impellente bisogno morale l’espressione del proprio cordoglio, quando esso è sinceramente condiviso, in circostanze ferali come la presente, con persone verso cui esistono relazioni e di colleganza e di stima insieme. Poichè per altro in occasioni tali non è l’atto convenzionale cui si dà conto, ma un sentimento realmente provato che siestrinzeca, ho ragione di ritenere  che la condoglianza di tutti i colleghi di questa amministrazione per la immatura, fulminea scomparsa del Figlio affettuoso, del prode cittadino, dell’Ufficiale esemplare torni accetto al cuore di lei, ottima madre, educatrice coscenziosa, degna collega. Risulta a quest’ufficio che alcuni insegnanti, compresi dall’immane sua angoscia, si sono offerti con slancio fraterno a sostituirla per turno nell’insegnamento a lei attualemente affidato, coll’intento di evitarle ogni altra inopportuna preoccupazione. Valga anche questo attestato spontaneo a dimostrarle che la solidarietà dei colleghi nel dolore si rafforza intensificandosi. Le porgo pertanto isegni della mia stima e deferenza particolari

Il Presidente Cesare Gambrini

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Perugia 4 – 9 – 1917

….. dolorosissimo annunzio inviamo sincere condoglianze pregando Dio conforto

Contessa Volponi

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Una amica conoscente estimatrice della Sig.ra Morresi scrive una lettera appassionata e non può non esprimere, oltre al suo doloroe, l’angoscia che prova nel sapre che suo fratello ha appena finito i corsi alla Accademia Militare di Modena ed è in attesa di destinazione per il fronte di guerra. Emerge in queste righe tutto il dramma di chi rimane a casa e vede da lontano l’immane tragedia della guerra e partecipa alle disgrazie degli altri nella convinzione che da un momento all’altro potrebbe essere la propria disgrazia.

Passo Varano 1 settembre 1917

Cara e povera Signora

Conscia del tristissimo avvenimento, commossa fui nel più profondo dell’animo, non ho una parola che sappia esprimerle l’infinito mio compianto e la grande pietà che loro tutti mi ispirano. Povera, povera signora, povera madre esemplare. Ella non meritava tanto, dico davvero. Quando proprio ieri in Osimo appresi la notizia, mi s’agghiacciò il sangue nelle vene per l’orrore che mi feriva e ripensai con tanto rimpianto a quel suo bravo, buono, ottimo figliuolo parendomi impossibile di poter credere alla verità e con profonda angoscia immaginai lo strazio suo. Oh, mai lei si faccia una ragione. Le è necessario per non soccombere al colpo spietato, ed io su la prego, io che sento per lei un rispettoso ammirato quasi filiale affetto. Si faccia un dovere di essere forte e coraggiosa per la stessa, sacra memoria del suo eroico figlio adorato: le sarà grave e difficile, lo comprendo, ma pensi che certamente egli stesso glielo chiede dal cielo, perchè lo deve a sè stesso e al bene degli altri suoi figliuoli. Povero giovane! Triste coronamento ai suoi studi, alle sue speranze, al suo ardore. Tristissima fine delle tante fatiche, dello sconfinato affetto di lei! È inutile ricordare lo scopo per cui s’è compiuto il sacrificio, lo comprendo: ben prima della Patria, i figli, i parenti! Eppure un qualche sollievo deve portare al suo dolore materno, il pensiero grande che il suo adorato è morto facendo del bene, sacrificando sè stesso a un dovere! Non è l’orrore assoluto e completo ci pensi bene povera signora, e vedrà che è una luce santificante; possa questa illuminarle …. e placarvi in queste lo strazio che la dilania. Anche il mio caro fratello maggiore, ora uscito dalla scuola di Modena, attende l’ordine per la partenza al fronte! Può immaginare l’angoscia che mi pesi nell’animo! Già tante volte colpita e delusa, io non so più nemmeno sperare e non faccio che supplicare Dio! Ora lo supplicherò anche per Lei, perchè consoli il suo povero eroe! Invio sentitissime condoglianze del mio babbo per i suoi tutti e protestandone l’alta mia stima, il mio affetto e la mia devozione la prego credermi sua aff.ma

Anna Nisi

Ad Osimo ancora oggi è attivo il Collegio Convitto Campana, centro di attività culturali di rilievo. Vi avevano studiato nell’ottocento tanti personaggi e protagonisti della vita pubblica e culturale delle marche e delle Regioni vicine tra cui Aurelio Saffi. Targhe e Lapidi a ricordo ornano ancor oggi la sua facciata.

 

Collegio Convitto Camparra                                                                            Osimo li 3 agosto 917

Carissimi

Provati da uguale sventura sentiamo fuorid’ogni altro bisogno di esservi vicini in quest’ora infinitamente triste piangendo sventurato Giulio.

Vivissime Condoglianze

Domenico Figoli e Famiglia

 

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Le due lettere che seguono sono di Associazioni scolastiche e studentesche che esprimo le loro condoglianze

 

Associazione Magistrale Italiana Nicolò Tomaseo

                                                                                                   Osimo 2 settembre 1917

Gentile signora maestra,

Nell’apprendere l’immane sventura che è venuta a colpire fulmineamente la sua amata famiglia con la perdita irreparabile del figlio suo adorato che tanto profumo di bontà e di florida giovinezza spandeva in essa, l’assemblea della nostra società magistrale ha provato un indicibile dolore, ed il cuore di ciascuno socio è rimasto scosso dinanzi a tale calamità. Ed io assumendo il compito d’esprimere a Lei il compianto vivisssimo di tutti noi, mi sento muta dinanzi ad un dolore che non ha confini, dinanzi ad una sventura che non ha paragoni. È vero, ella ha perduto con il suo figlio adorato un vero gioiello, perchè tutti conoscevano il suo nobile cuore le sue…… nobili virtù. Ed il rimpianto della sua dipartita non si estinguerà che con la vita; però possa alleviare anche tenuamente lo strazio del suo cuore esuberato di madre il pensiero ch’egli è morto volontariamente da Eroe, ch’egli ha sacrificato sorridente la vita sua piena di speranze, il suo avvenire lusinghiero di promesse per un ideale vagheggiato da gran tempo per una madre che comprende innumerevoli figli, per la sua Patria ch’egli amava e sognava pienamente gloriosa. E lui, pur nel tremendo vuoto della sua tragica scomparsa si potrà rassegnare nella certezza che il suo adorato figlio è nell’albo degli Eroi, di quell’interminabile fila a cui migliaia di madri italiane han dato in olocausto tutto ciò che avevano di più caro e prezioso nel mondo; e nello stesso tempo pensi ch’egli si trova ora in un bagno di gloria a godere il premio del sacrificio della sua giovine e nobile esistenza. Passa la certezza di tutto ciò e la fiducia di riunirsi a lui in una vita eterna dopo il passaggio dolorosisimo di questa vita materiale, possa l’amore di suo marito e degli altri più giovani suoi figli i quali del suo amore e del suo aiuto hanno ancora tanto bisogno, dare a lei la forza di sopportare una così grande sventura. Nello stesso tempo sia certa che noi tutti della società magistrale condividiamo sinceramente il suo dolore profondo.

La Presidente

Gesmina Carbonetti Graziosi

 

Circolo studentesco Osimo                                                                          Osimo 4 settembre 1917

 

Signora,

anche questo Circolo studentesco osimano si associa al dolore suo e della sua famiglia per la grave perdita del loro Giulio, questo Circolo che conta più compagni di scuola del povero scomparso e che già ebbe ad avere come iscritto il fratello Carlo, il quale pure appartenne alla filodrammatica. Preghiamo per l’anima del suo figliuolo, la memoria del quale non è spenta in noi!

Con ossequio

Devotissimo

Per il Consiglio Direttivo del Circolo Studentesco Osimo

(firmato) Ferruccio Pergolesi

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Sono riportate le lettere di amici e conoscenti, che esprimono alla famiglia la loro partecipazione

Ostra – Vetere – 5 settembre

Il Cav. Francesco Gioacchini e Consorte

rimpiangono amaramente il caro baldo giovane perduto che amavano come loro figliuolo, memori di averlo avuto ospite gradito e desiderato e presentando vive, cordiali sentite condoglianze alla desolata famiglia. La confortano nel pensiero che il loro Giulio Cesare è morto da valoroso per la Patria e che la sua fine immatura si cangi in apoteosi!

 

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Napoli 1 settembre 1917

Gentile signora, ho appreso oggi, con grave cordoglio, la sventura che la volle compagna alla. schiera delle madri gloriose. So che la mia parola di conforto è una stilla che si perde nel mare sconfinato del suo dolore, ma io gliela dico perchè ella sappia che v’è fra noi amici, un altro che soffre col suo, e sente tutta l’amarezza del dolore che trafigge in quest’ora, il suo cuore di madre.

Devotamente Aldina Scocchi

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Ancona li 2 settembre 1917

Egregio Signor Francesco Morresi

Mia moglie ed io abbiamo letto con vivivissimo dolore la morte eroica del suo ottimo figlioGiulio Cesare. Anche i miei bambini piccoli e cari amici di Giulio hanno appreso la triste notizia con profonda commozione. Non so dirle in questo momento nessuna parola di conforto. Che Iddio protegga la sua cara famiglia! A nome di tutti e tutti i suoi, i più cordiali saluti. Affettuosamente

Dott. Umberto Baccarani